Il Museo della Stregoneria a Edimburgo
- scoziamo
- 6 ago
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Aggiornamento: 24 ago
Quando parliamo di Museo della Stregoneria, il primo che ci viene in mente è sempre ''The Museum of Witchcraft and Magic'' di Boscastle in Cornovaglia ma in pochi sanno che Edimburgo custodisce un piccolo gioiello tra i close della Royal Mile :
''Museum of Magic, Fortune-Telling & Witchcraft'' ed è quello di cui vorrei parlarvi oggi.
L’inquisizione in Scozia: un passato insanguinato
Prima di raccontarvi la mia esperienza al museo, voglio portarvi brevemente indietro nel tempo.
La Scozia, tra il XV e il XVIII secolo, è stata teatro di una delle più feroci cacce alle streghe d’Europa. A differenza di quanto accadde in altre nazioni, qui i processi furono spesso motivati non solo dalla religione, ma anche da lotte politiche, vendette personali e paure collettive radicate nel folklore.
Si stima che in Scozia siano state accusate oltre 3.800 persone di stregoneria, la maggior parte donne. Di queste, moltissime furono torturate, giustiziate e dimenticate, colpevoli solo di essere erboriste, vedove, levatrici… o semplicemente donne fuori dagli schemi.
Molti dei processi più noti avvennero proprio a Edimburgo, nel cuore della città vecchia, dove oggi si intrecciano turisti e fantasmi del passato.
È con questo pensiero che ho deciso di visitare il Museo della Stregoneria, un luogo che restituisce voce e dignità a queste storie dimenticate.
Il museo: un varco tra i mondi

Appena varcata la soglia del museo, ho sentito l’aria cambiare. L’atmosfera si fa subito intima, quasi ovattata, come se il tempo rallentasse e ogni passo mi conducesse sempre più lontano dalla modernità e sempre più vicino a un mondo invisibile e arcano.
Non aspettarti un museo convenzionale.
Qui non ci sono lunghe didascalie accademiche o vetrine fredde: è pensato per farti entrare in una narrazione, per coinvolgere non solo la tua mente, ma anche i tuoi sensi e la tua immaginazione.
Il museo è suddiviso in sezioni che proverò a raccontarvi in maniera dettagliata:
1. La parete delle origini: superstizione e folklore
Una sezione è dedicata alle radici della stregoneria, ed è un tuffo in un universo fatto di amuleti, antichi grimori, erbe magiche e simboli misteriosi. Ci sono esposti oggetti autentici e ricostruzioni fedeli di strumenti e pratiche usate in passato per proteggere le case dagli spiriti maligni o per invocare forze soprannaturali.
Camminando tra questi oggetti, ho avuto la sensazione di entrare in un mondo dove il confine tra sacro e profano era labile, e dove ogni oggetto aveva un significato nascosto.
La cosa che mi ha colpito di più è stata la ricostruzione di una cucina del XVII secolo, nello specifico un antico camino molto particolare.

Esattamente sopra il camino, qualcosa di inaspettato: un gatto mummificato a guardia del focolare.
In alcune regioni d’Europa — comprese Gran Bretagna e Scozia — si riteneva che nascondere dentro le pareti o sopra il camino il corpo di un gatto fosse un modo per proteggersi dagli spiriti maligni o dalle streghe. Questo gesto veniva interpretato come un rituale di protezione, che metteva in gioco le presunte sensibilità soprannaturali del gatto e la sua capacità di scacciare il male.

2. Il tribunale dell’inquisizione
La seconda sezione è forse la più intensa.
Qui si entra nel mondo dei processi, delle accuse, delle confessioni estorte con la forza.
Le pareti sono ricoperte da testimonianze storiche, con nomi e volti di donne e uomini accusati di stregoneria, molti dei quali torturati e bruciati vivi.
Un pannello racconta le storie di tante donne accusate di stregoneria tra cui Agnes Sampson, una delle vittime più celebri dei processi di North Berwick. Torturata fino alla morte, confessò (ovviamente sotto coercizione) di aver invocato tempeste per affondare le navi del re. Una storia agghiacciante, che il museo presenta con rispetto e senza sensazionalismi.
Mi sono soffermata a lungo davanti ad un tavolo in legno scuro carico di atrocità. Sopra, alcuni degli strumenti utilizzati per spingere le vittime a confessare.

3. L’eredità della stregoneria: femminismo, diritti e memoria
L’ultima parte del museo è forse la più toccante. Qui si riflette sul significato moderno della parola “strega”, e su come le persecuzioni siano diventate simbolo delle lotte per i diritti delle donne, delle minoranze e di chiunque sia stato messo a tacere perché diverso.
Una parete intera è dedicata alla riabilitazione delle vittime: nel 2022, il governo scozzese ha riconosciuto ufficialmente l’ingiustizia storica commessa contro gli accusati di stregoneria, chiedendo scusa pubblicamente.

Nel 2020 invece la Scottish Tartan Authority ha creato un nuovo tartan dedicato alla comunità pagana e i colori sono stati accuratamente selezionati. Nella foto potete leggere ogni singolo significato.
Un’esperienza da vivere con rispetto
Uscendo dal museo, ho sentito il bisogno di camminare a lungo per le strade di Edimburgo, lasciando sedimentare tutto ciò che avevo vissuto. Ogni vicolo, ogni pietra della città sembrava risuonare delle storie che avevo appena incontrato.
Il Museo della Stregoneria di Edimburgo non è solo una tappa turistica: è un luogo di memoria, riflessione e connessione spirituale.
È un invito a guardare la storia con occhi più attenti, a riconoscere gli errori del passato e ad abbracciare una visione più inclusiva e consapevole del presente.
Se passi da Edimburgo, vi consiglio di visitarlo con il cuore aperto, senza pregiudizi.
Portate con voi curiosità, rispetto e voglia di ascoltare.
Potreste scoprire che la “stregoneria”, sotto molte forme, vive ancora… dentro di noi.
NB. L'allestimento interno del museo potrebbe subire variazioni stagionali, pertanto potreste trovare leggere differenze rispetto alle foto pubblicate sull'articolo.
















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